8 gennaio 2012

Domenicanon #00

Suppongo di aver acconsentito di collaborare a questo blog l'altra sera. Dicendo "suppongo" intendo di non ricordare assolutamente il momento esatto in cui le mie labbra hanno pronunciato il fatidico "" al cospetto di Enrico "Muscio" Lomuscio. Dicendo "l'altra sera" alludo al fatto di non ricordare assolutamente che giorno della settimana fosse. Uniche certezze: l'anno era il corrente; ero sotto l'effetto di liquori e spiriti vari; ero a stomaco vuoto da circa 13 ore; ero ipo-motorizzato causa incidente. Mi fa sorridere notare come qualche anno prima, in condizioni simili, accettai di contribuire ad un altro blog. Sempre con il "Muscio". Mmm.

Un passo alla volta.

Tutto inizia in una serata dell'anno scorso, il 29 dicembre. L'anno scorso... Adesso mi piacerebbe divagare e sproloquiare sulla classica cazzo (si può dire "cazzo" qua?) di battuta da ultimo dell'anno, con la quale ci si da appuntamento per l'anno successivo: "oh! ci vediamo il prossimo anno!". Quale regione del nostro cervello ci impone di riderne e di proferirla a nostra volta tutti i santi anni?

Dicevo...

Tutto è iniziato in quella serata, l'ultima di lavoro per me dell'anno, che gioia. Una ragazza, sulla trentina, sicuramente sbronza, forse anche un po' fatta, decise attorno alle 19 che il suo cofano doveva conoscere ad ogni costo il mio baule. Letteralmente. L'inerzia ha poi in seguito sancito che il baule dell'Alfa che mi precedeva era troppo invitante per il mio di cofano. Il caso ha infine sentenziato che io quella sera stessi raggiungendo una ragazza per un aperitivo. Aperitivo che ovviamente non ha mai avuto luogo. Ripeto, che gioia.

Che poi pensandoci bene vorrei augurarlo a tutti un tamponamento di fine anno, con ragione si intende, e senza distorsioni dorsali e/o cervicali. Solo quel che basta per mollare la macchina in qualche carrozzeria della cintura e godersi le feste tranquillamente. Sì perché le preoccupazioni da palloncino, parcheggio, rincari benzina ecc. senza autovettura scendono improvvisamente a zero e il tempo acquisisce un gusto nuovo, soprattutto a Torino, dove la mobilità pubblica sta all'efficienza come una cernia sta fuori dall'acqua.

Dal 29 in poi i miei ricordi sono composti da mille flash di feste e festicciole. Un sacco di eventi temporalmente disconnessi. Fino alla giornata del 6 gennaio, giorno in cui ho ricevuto l'invito di collaborazione via mail.

Tutta sta roba per dire cosa? Cosa? COSA? Calmi, adesso ci arrivo.

Come vi ho detto la mancanza di un'autovettura mi ha permesso di darmi alla pazza gioia con i folleggiamenti e di apprezzare maggiormente il tempo speso tra passeggiate e attese sulla pensilina. L'unico effetto collaterale è stato l'assenza più totale di una foto, di un video, di un papiro, di una cicatrice, di un qualcosa, che potesse documentare quanto successo nei giorni a cavallo tra questi due anni.

Il 7 gennaio, cioè questo sabato, cioè ieri sera, ho avuto una sorta di illuminazione. Ho deciso, sospinto da mille ragioni, delle quali vi rivelerò solo la più debole, di dare un senso alle mie domeniche venture. Mi sono domandato, da giovane provato dai postumi da sabato sera: che cosa diamine succede la domenica mattina/pomeriggio in una città come Torino?

Quindi stamane (ieri mattina rispetto alla pubblicazione di questa sparata) mi sono deciso a partire, armato di Canon, da San Paolo, giù per la Crocetta e San Salvario, passando dal Valentino e ritorno, scatto dopo scatto.

Tornato a casa, scaricate le foto, riposati i piedi, mangiate le tagliatelle ai funghi, ho avuto la seconda illuminazione del weekend (grazie ai funghi mi sa): scrivere qualcosa su questo blog. Si ma cosa? Niente! O almeno molto poco. L'idea di questa rubrica è quella di condividere con cadenza, spero, settimanale, le foto raccolte nelle mie domeniche ritrovate. Da qui Domenicanon. Domenicano che sarei io, e Canon che sarebbe la mia reflex acquistata con tanti sacrifici. Probabilmente senza questa rubrica, e senza te, starebbe a far polvere.

Ci sono luoghi di Torino abbandonati e fatiscenti, appartenenti ad un passato industriale non lontano. Un passato condiviso e vissuto dalla maggior parte delle persone che popolano la domenica torinese. Si perché ci sono solo anziani la domenica mattina a Torino.



No non è vero, ci sono anche un sacco di giovani, famiglie e adulti. Solo che essendo io piuttosto lento di riflessi non mi riesce di catturare in uno scatto gente che fa jogging, bambini che si dimenano e relativi genitori che li inseguono preoccupati. Mi è più facile cogliere i loro ritmi e le loro pose.

Ho il tempo di impostare l'otturazione, regolare il diaframma, impostare l'esposimetro, fare qualche scatto e farne ancora un altro se non mi convince qualcosa. Girarmi una sigaretta, attendere che una nuvola lasci nuovamente spazio alle ombre, e scattare ancora. Tanto loro stanno lì. Alcuni guardano la gente che passa lesta sul viale, altri ammirano estasiati un cantiere in pausa, altri ancora armeggiano spavaldamente con il cellulare regalato dai figli, forse dai nipoti, con i soldi dei figli.


Alcuni passeggiano pascolando i loro amici a quattro zampe su un prato o lungo un muro ricoperto di scritte e graffiti. Chissà cosa pensano di noi giovani mentre leggono insulti, dediche e neologismi impressi sul calcestruzzo con una bomboletta nera. Chissà se le leggono poi quelle robe. Secondo me sì, ottimo materiale per conversazioni da bocciofila o da pranzo in famiglia.


Poi mi chiedo dove stanno i giovani, quelli con i postumi, quelli che hanno di meglio da fare che fotografare anziani da pubblicare in un blog. Alcuni dormono, altri riordinano la stanza abbandonata durante la settimana, altri ancora cercano di finire l'elaborato da consegnare il lunedì mattina in facoltà.

Non ci sarà traffico, non ci sarà frenesia lavorativa, ma a me la domenica mette comunque ansia. Non far niente mi mette ansia. Vabbè. Sarò workaholic.

Spero di non aver turbato qualcuno, parlare di anziani mette sempre un po' d'ansia.
Questo era il primo post di quella che spero possa essere una rubrica regolare.
Spero di essere meno prolisso la prossima volta.
Sono Enrico Cicconi, studio e lavoro.
Alla prossima!

6 commenti:

  1. sono finalmente contento che qualcuno apprezzi il valore della Domenica mattina, ma che addirittura, oltre che apprezzarlo, faccia delle foto e scriva le proprie impressioni su di un blog.. beh, questo è fantastico!
    Spero che Domenicanon possa avere lunga durata e documentare al meglio e con un occhio aperto sul mondo, la bellissima città che è Torino!
    Keep on, my dear friend! ;)

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  2. I miei complimenti all'iniziativa. ! Attendo foto e pensieri sulla nostra bellissima città!

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  3. Non posso che provare stima e ammirazione per qualcuno che si propone di dedicare ogni domenica alla sua passione per la fotografia. A ben pensarci, provo stima e ammirazione per chiunque riesca ad essere costante nel coltivare qualcosa. Sarà perché personalmente non ci sono mai riuscito?
    Leggerò, apprezzerò e commenterò anche io dunque.
    A presto!

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  4. Concordo con Filo, e aggiungo che forse in questo modo riuscirò a scoprire lati positivi un giorno della settimana che ha sempre provocato in me fortissima antipatia!

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  5. Si accettano anche reportage su commissione ovviamente!

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  6. Voglio i diritti per le foto di casa mia!

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