Niente foto con la neve.
Niente Domenicanon #03.
Quindi, se volevi vedere qualche scatto o leggere qualche cagata su:
- Bambini che, nel cortile di un condominio (che tristezza), fanno gli angeli nella neve.
- Adolescenti che si tumefanno le facce acnose a suon di palle di neve.
- Adulti che (figata) fanno i freni a mano nel parcheggio del Ruffini ricolmo di neve.
- Anziani che si scatafasciano le anche sul marciapiede e l'ambulanza rimane bloccata nella neve.
Puoi chiudere il blog.
Mi sono lavato la coscienza.
Rapido come una ceretta zucchero e limone.
Adesso posso parlare a vanvera.
Avvertenza
Questo è un post non-sense. Ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale.
Che poi è un modo carino per dire che sto per sp#!!$&$%£ un bel po' di gente, compreso me stesso.
Imbarazzo.
Questo è un filler di Domenicanon...
"Aspetta...aspetta...cos'è un filler?"
Ti risparmio la googlata.
Filler: è un termine inglese che significa "riempitivo" e che, nel mondo dei media indica una parte di un'opera che non è coerente con il resto della stessa.
Nella vita trascorriamo un sacco di momenti "filler". Quando siamo in coda alle poste, quando aspettiamo il nostro turno dal medico o il pullman sulla pensilina, quando riposiamo. Sono attimi in cui la nostra vita non procede. E' in stasi. Anche lavorando a volte si ha la stessa sensazione. Entri in ufficio, succede qualcosa, esci. Ricominci a vivere. Almeno per le poche ore che ti rimangono prima di riaddormentarti e ripresentarti a lavoro il giorno dopo.
15 Ottobre 2011. Ore 6 e 31. Periferia nord di Beijing. Chaoxiang è il primo ad arrivare nel laboratorio. Lega la bicicletta ed entra nei locali, ancora bui e deserti.
Molte delle persone che conosco, e che lavorano, sembrano condividere tutte lo stesso pensiero a riguardo dei loro colleghi: "Quello è uno stronzo", "Quella non la sopporto", "Non capisco come hanno fatto ad assumerlo", "Quella è una raccomandata", eccetera, eccetera. Anche a me è capitato di esprimere qualche giudizio poco carino a volte. O di pensar male. Ce n'è una ad esempio che, spesso e volentieri, ride da sola davanti al computer. Tutti i santi giorni. Mmm. Prima o poi glielo farò notare che mi infastidisce.
23 Novembre 2011. Ore 15 e 45. Elvira e le sue tre amiche entrano in un negozio di parrucche a Parigi. Ne comprano quattro.
Venerdì sera sono andato a teatro. E' la terza volta che assisto ad uno spettacolo di questa compagnia. In scena una commedia sui contratti co.co.co. e i call center. Esilarante. In generale ho sempre ritenuto queste serate con i colleghi dei momenti "filler". Che poi non lo intendo come un termine dispregiativo sia chiaro. E' semplicemente una parentesi, un momento in cui metti da parte i mille casini, i diecimila pensieri, e ti godi qualche ora fuori dalle righe. Può capitare che qualcuno, magari poco aggiornato, ci provi comunque a farti rientrare nello spartito: "Ma come mai non c'è...". Colpi di tosse, occhiate furtive, commenti sarcastici. Giù a ridere e a parlare d'altro. Adoro i miei colleghi.
28 Gennaio 2012. Ore 17 e 30. Torino. Enrico arriva a casa di Matteo per una serata di lavoro intenso.
E' il momento di risolvere il problema della ragazza che ride.
Io: "io mi sento cretino a ridere davanti ad uno schermo"
Ragazza che ride: "ma che significa,
non stai ridendo da solo,
io non rido da sola,
ci sono cose che leggo che mi fanno ridere,
e non posso fare altrimenti"
Certe risposte, quelle che non ti aspetti, ti investono come un tir in pieno petto.
15 Ottobre 2011. Ore 13 e 31. Periferia nord di Beijing. Chaoxiang ripone la parrucca nello scatolone. Lo richiude. Qualcuno lo caricherà su un cargo diretto in Europa. Lo scatolone.
Finito lo spettacolo. Si va al Caffè del Progresso. Una media, un'altra, una piccola. Si ride. Un collega sta per creare un caso diplomatico tra la Sardegna e il Piemonte. Usciamo. L'una e mezza. Tutti vanno via. O quasi. "Facciamo un salto veloce ai murazzi". Le 6 del mattino.
28 Gennaio 2012. Ore 22. Torino. Enrico e Matteo decidono che hanno lavorato troppo e che è giunto il momento di andare al cinema. Fanno un paio di foto con una parrucca. Salutano Elvira ed escono.
Questo è quello che succede se si passa un intero weekend a casa. A studiare. A lavorare. Ad annoiarsi. Fantastichi su tutte le occasioni che stai mancando. Nei tempi morti ti metti a scrivere un raccontino che abbia del credibile. Lo pubblichi sul blog e speri che qualcuno arrivi fino in fondo con la convinzione che tu abbia vissuto davvero tutto questo. Che poi magari a chi legge non gliene frega una benemerita di cosa hai fatto. Però vuoi mettere la soddisfazione di aver inventato qualcosa di credibile?
Mi spiace di non essere andato a far foto per il blog, ma ero davvero tanto impegnato. Forse, se le avessi fatte, vi avrei risparmiato tutto questo.
Domenicanon tornerà, nella sua solita veste, dopo il 5. Per farmi perdonare vi lascio con una massima, a voi le ricerche sull'autore.
"La vita è quello che ti accade mentre sei occupato a fare altri progetti."
Buona settimana a tutti.
Enrico. Con la parrucca.
John Lennon ;)
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